ATTUALITA’ – L’ App “Immuni”

ATTUALITA’ –                             L’ App “Immuni”

come funziona, chi può istallarla

DOTT. ANTONIO de NOVELLIS

App Immuni, al via dal 15 giugno in tutte le regioni italiane

Come funziona,  chi può istallarla

Dopo la sperimentazione in quattro regioni, dal 15 Giugno 2020  l’applicazione di tracciamento dei contatti è operativa in tutto il territorio italiano

Basterà scaricare l’APP, disponibile sia per i sistemi iOS che Android

La APP immuni non può essere usata dai minori di 14 anni e bisogna espressamente dichiararlo, attenzione quindi a far usare l’applicazione sullo smartphone dei figli al disotto di tale età.

L’applicazione  non registra il tuo nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o email

Acquisisce solo le informazioni di base sull’utente: dall’età  al consenso per la privacy, quindi l’abilitazione delle notifiche per poter ricevere l’alert e soprattutto la provincia di appartenenza

Non può risalire alla tua identità o a quella delle persone con cui entri in contatto

Non raccoglie alcun dato di geolocalizzazione, inclusi i dati del GPS.

 Quindi la persona non viene tracciata mentre si sposta da un luogo a un altro, come solitamente invece fanno la gran parte delle altre applicazioni che abbiamo installate

I dati salvati sullo smartphone e le connessioni al server di gestione della app Immuni, sono cifrati

Il download è gratis e su base volontaria

L’APP Immuni serve, su cellulari iPhone e Android, per sapere se si è stati a contatto con un soggetto poi risultato positivo al coronavirus

L’APP ci avvisa in tal senso con una notifica e poi, con la collaborazione dell’utente, permette all’autorità sanitaria di monitorare questo possibile contagio

La motivazione di fare un’APP di questo tipo poggia su tre considerazioni ufficiali, ovvero:

  • capacità di contribuire tempestivamente all’azione di contrasto del virus
  • conformità al modello europeo (modificato)
  •  garanzie per il rispetto della privacy

Gli ultimi due aspetti  confermano che la Società Bending Spoons sia stata scelta anche perché ha escluso un’invasiva soluzione basata su GPS, non in linea con le linee guida europee

L’app può essere scaricata, su base volontaria e gratis, dal play store Android e dall’Apple store per dispositivi iOS

Attenzione perché non tutti gli smartfhone  hanno le caratteristiche tecniche per scaricarlo, specie quelli datati

Come funziona ?

Per funzionare ha bisogno che il Bluetooth resti sempre accesso , poichè che sfrutta questo sensore, nella sua versione a basso consumo di energia (BLE), per individuare la distanza con un altro dispositivo che ha installato il software

I cellulari conservano in memoria i dati di altri cellulari con cui sono entrati in contatto via bluetooth (in forma di codici anonimi crittografati)

Associati a questi codici ci sono dei metadati (durata dell’ incontro tra i dispositivi, forza del segnale percepito) che entrano in gioco nella valutazione del “rischio contagio” (valutazione che viene fatta direttamente in locale sul singolo device)

Quando uno dei soggetti che ha scaricato l’APP risulta positivo al virus, gli operatori sanitari gli forniscono un codice di autorizzazione con il quale questi può caricare su un server ministeriale il proprio codice anonimo 

La trasmissione dei dati è cifrata e firmata digitalmente per garantire la massima sicurezza e riservatezza in questa fase di “uscita” del dato dallo smartphone del singolo utente

I cellulari con l’APP  prendono a intervalli regolari dal server i codici dei contagiati 

Se l’APP riconosce tra i codici nella propria memoria un codice di un contagiato, visualizza la notifica all’utente 

Per far scattare la notifica i parametri di rischio , in Italia , sono:

  • oltre 15 minuti di contatto
  • a meno di due metri

Se l’indice di rischio supera una soglia predefinita, l’app mostra all’utente un messaggio di allerta “sulla possibile esposizione al contagio”, (notifica di esposizione) del tipo:

“Il giorno TOT sei stato vicino a un caso COVID-19 positivo”

Ti dice quindi anche quando è avvenuto il contatto

Il messaggio invita quindi l’utente ad adottare alcune regole di comportamento, nonché a contattare il proprio medico di medicina generale/pediatra di libera scelta, che a sua volta provvederà a contattare il Dipartimento di prevenzione della Azienda sanitaria locale territorialmente competente

Quando un individuo riceve la diagnosi di positività al Covid gli viene chiesto se ha scaricato l’APP  e se vuole fornire il codice di sblocco generato dall’APP stessa.

Questo codice serve all’operatore sanitario per far partire l’invio di una notifica a chi ha Immuni sul suo smartphone e nei 14 giorni precedenti è stato a due metri di distanza dal positivo per almeno 15 minuti

 Molto dipende, dunque, dalla responsabilità individuale dei cittadini.

Se è vero che non c’è alcun obbligo di scaricare l’APP o di accettare che il personale sanitario inserisca il proprio codice nel database, non farlo però potrebbe ridurre notevolmente la possibilità di tracciamento dei contagi

Il sistema adottato da Immuni impedisce a terzi di sapere, in automatico, se qualcuno ha ricevuto la notifica e conta sulla comunicazione da parte dell’utente dell’avvenuta notifica, così da far scattare le procedure di contact tracing.

La trasmissione dei dati è cifrata e firmata digitalmente per garantire la massima sicurezza e riservatezza in questa fase di “uscita” del dato dallo smartphone del singolo utente

Per l’efficacia del monitoraggio tutto dipende dal bacino di utenza: più l’APP viene usata su larga scala, maggiore sarà il risultato per mappare il rischio di contagio e poter così agire in termini di prevenzione per contenere la diffusione del coronavirus

Facciamo la nostra parte

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